scrivere articoli intelligenza artificiale

Ormai siamo quasi abituati alla presenza dell’intelligenza artificiale nel web, anche se non sempre è facile riconoscerla. È da quasi due anni che ChatGPT ha fatto la sua entrata di scena e sono in molti ad aver approfittato della sua velocità nella creazione dei contenuti. Ma scrivere articoli con intelligenza artificiale è davvero una buona idea?

I pareri sono contrastanti e i blog creati con AI sbucano fuori ogni giorno come funghi. Ma in molti espongono il proprio disappunto, sia per l’etica che per aspetti più tecnici. In questo articolo ti spiegheremo perché sarebbe importante limitare l’utilizzo di AI per la scrittura di contenuti, in particolar modo articoli del blog.

3 motivi per smettere di scrivere con AI

Le motivazioni per cui non bisognerebbe scrivere articoli di blog con intelligenza artificiale sono molte ma oggi vogliamo parlarvi dei 3 più importanti.

Mancanza di conoscenza profonda

Dovrebbe essere scontato, ma molti non hanno ancora compreso appieno che l’intelligenza artificiale non ha un suo pensiero. ChatGPT non “crea” testi da zero, ma piuttosto prende informazioni già presenti nel web e le rielabora. 

Ciò si traduce in articoli che ad un primo sguardo potrebbero sembrare diversi dagli altri, ma che nel complesso non sono in grado di riportare notizie nuove o informazioni aggiuntive. Anzi, a dirla tutta, capita che l’AI si impegni a rendere i testi più originali inventando cose che non hanno fondamento. Basta chiedere nella chat se quelle informazioni sono veritiere per veder apparire una risposta del tipo: “Scusa, in effetti queste informazioni potrebbero non essere corrette, ti consiglio di cercare da fonti più autorevoli”. 

Il fatto è che le AI basano la scrittura di testi su modelli di linguaggio statistici, quindi non possiedono una comprensione reale o una consapevolezza del contesto. Ciò può portare a errori di interpretazione o a contenuti non accurati.

Fattore etico

Sappiamo bene che l’etica non è di primaria importanza per blog che hanno come unico obiettivo quello di fare soldi e riportare informazioni già lette e rilette, ma quando si parla di tematiche sensibili le cose sono diverse. 

Esistono infatti una serie di argomenti definiti “YMYL” (Your Money Your Life). Tra questi troviamo la salute, la finanza e altre tematiche che possono in qualche modo influenzare scelte importanti della vita delle persone. Questi argomenti sono delicati e richiedono fiducia da parte del lettore. E la fiducia si crea attraverso contenuti di qualità.

Scrivere articoli con intelligenza artificiale non rende di certo una persona specialista in quel settore, c’è il rischio di scrivere cose sbagliate che avranno un peso importante nella vita delle persone. 

Ecco perché per molti argomenti è indispensabile avere a disposizione un esperto del settore che sappia cosa sta scrivendo e che sappia selezionare nel modo opportuno le fonti.

Questo discorso dell’autorevolezza delle fonti, della veridicità delle informazioni e del valore del contenuto ci portano al punto successivo.

Gli articoli scritti con AI ottengono davvero traffico su Google?

Google e i contenuti scritti con intelligenza artificiale

Per molti anni la quantità è stata più importante della qualità. Bastava inserire 20 volte la parola chiave in un testo per conquistare la prima pagina di ricerca. E ancora oggi si pensa che un blog debba pubblicare diversi articoli al giorno per arrivare a migliaia di visualizzazioni mensili.

Ma nella realtà dei fatti le cose stanno diversamente.

Google non ha vietato espressamente l’uso di AI ma sta cercando di regolarne l’utilizzo. L’algoritmo di Google è progettato per privilegiare contenuti che siano utili, informativi e rilevanti per gli utenti. Se un articolo generato da IA soddisfa questi criteri, potrebbe comunque posizionarsi bene nei risultati di ricerca. Tuttavia, Google penalizza contenuti di bassa qualità, indipendentemente dal fatto che siano stati scritti da un essere umano o da un’IA e sappiamo bene che quest’ultima non eccelle in creatività e veridicità.

Risultato: ad oggi tutti i blog creati con intelligenza artificiale non arrivano neanche alla terza pagina di ricerca (per fortuna a nostro parere). Anzi, numerosi studi dimostrano come molti di questi siti web abbiano un’altissima percentuale di spam e un traffico quasi pari a zero.

Come utilizzare l’AI per creare contenuti di valore

Speriamo che questi 3 punti vi abbiano aperto gli occhi su questa problematica ad oggi troppo sottovalutata. Ma la domanda ora è: come fare se si vuole aprire un blog ma non si hanno le giuste competenze per farlo crescere?

Affidarsi a degli esperti che possano gestire tutto al vostro posto non è sempre una scelta economicamente sostenibile. Ma scrivere articoli per un blog non è un qualcosa di insormontabile, tutti possono imparare come farlo. Esistono ad esempio dei corsi SEO per imparare a gestire blog o laboratori di scrittura organizzati in moltissime città italiane.

Iniziate informandovi sugli articoli presenti nel web (quelli scritti da professionisti, non da AI). E poi buttatevi nella scrittura: provate, sbagliate e sperimentate. Questo è il metodo migliore per raggiungere ottimi risultati, anche se forse non il più rapido.

Redazione
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